1. Il match analyst nel calcio moderno

    29 agosto 2020 by Emiliano Adinolfi
    Nella realtà in cui viviamo la tecnologia la fa da padrone, basti pensare a quanti bambini al giorno d’oggi utilizzano cellulari e tablet in maniera assolutamente disinvolta. Questo aspetto non sfugge al mondo dello sport in generale ne tantomeno a a quello del Futsal. Siti internet dedicati, canali tematici, video di sedute di allenamento, video di esercitazioni; la tecnologia irrompe sempre più nello sport e nella gestione di un gruppo sportivo; sempre più spesso all’interno degli staff tecnici si sente parlare della figura del Match Analyst. Ma chi è, e cosa fa realmente?

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    LA FIGURA DEL MATCH ANALYST
    Prima di tutto è necessario precisare che si tratta di un collaboratore, un membro dello staff tecnico a tutti gli effetti, che ha il compito di osservare e analizzare tutte le attività che riguardano la vita della propria squadra. Pertanto parliamo di gare degli avversari, oltre a gare proprie e allenamenti della propria squadra.

    Una caratteristica fondamentale del video analista è l’oggettività dell’analisi. Ebbene si, perché rispetto a quella del tecnico che è emotiva e vissuta da una visuale poco privilegiata com’è quella dal campo (spesso anche grandi allenatori hanno ammesso a fine gara di aver perso alcuni passaggi importanti della stessa), quella dell’analista video è oggettiva in quanto il suo compito è registrare e analizzare ciò che vede da una visuale spesso privilegiata e lontano dallo stress e dalla tensione che si vive nel rettangolo di gioco. “Il match analyst è come il radiologo: ti dice quello che hai di rotto, ma non opera” .

    IL RUOLO NELLO STAFF
    Di loro si parla sempre poco, ma sono presenti in ogni staff che si rispetti. Il ruolo del Match Analyst all’interno è infatti importante allo stesso tempo molto delicato.

    Questa figura ha il compito di fornire in maniera continuativa informazioni allo staff ai fini di una corretta valutazione delle prestazioni della squadra. Per questo motivo è sempre al lavoro ed è sempre disponibile a fornire il materiale visionato ai diretti interessati.

    Spesso è anche colui che, meglio degli altri appartenenti allo staff, ha la percezione della validità o meno della prestazione in maniera immediata. Allo stesso tempo però è costretto molte volte a mostrare ai tecnici cose negative e per questo motivo è importante la sua oggettività nell’analisi e soprattutto la capacità di rispettare i ruoli all’interno di un gruppo di lavoro. La sua deve essere un’analisi da fornire ai tecnici che sono invece i responsabili tecnici con il compito di valutare e scegliere le linee programmatiche da seguire.

    LE COMPETENZE DEL VIDEO ANALYST
    Il video analista deve unire competenze informatiche a competenze tecniche. Competenze informatiche legate ovviamente all’utilizzo di tutti gli strumenti necessari a svolgere l’attività di video analisi e quindi utilizzo del pc, gestione file di diversa natura, utilizzo e gestione videocamere, utilizzo programmi dedicati, connessioni internet,etc etc. Competenze tecnico-tattiche della disciplina per poter soddisfare le richieste dello staff tecnico e dell’allenatore in particolare modo e soprattutto per avere gli elementi per analizzare il materiale che dovrà accuratamente lavorare. Ovviamente non si può pensare di analizzare e presentare un prodotto al tecnico senza conoscere in generale gli aspetti del gioco e poi nello specifico la richiesta tecnico-tattica del tecnico stesso.
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    LE DIVERSE FORME DI VIDEO ANALISI
    L’attività potremmo dividerla in quattro parti:

    1. Analisi Allenamenti

    2. Analisi Gara

    3. Analisi Avversari

    4. Scouting

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    1. Analisi Allenamenti

    Con la ripresa e l’analisi dell’allenamento si tenta di monitorare l’acquisizione da parte della squadra dei principi tecnico-tattici imposti dall’allenatore oltre che valutare le prestazioni dei singoli giocatori. Inoltre la video analisi delle sedute di allenamento è anche un’ottimo strumento di valutazione delle esercitazioni proposte per valutarne l’efficacia rispetto agli obiettivi per cui era stata creata.

    2. Analisi Gara
    Parliamo dell’analisi della gara appena disputata. In generale si analizzano le fasi del gioco unitamente alle situazioni speciali del gioco stesso. Si analizza la propria prestazione , si cerca di riscontrare se la squadra ha seguito i principi generali del gioco oltre che quelli specifici dettati dall’analisi dell’avversario lavorati nella settimana precedente alla gara. La video analisi della propria gara andrebbe fatta in diretta in modo da poter fornire già a fine incontro allo staff la possibilità di rivedere e analizzare la gara con l’obiettivo di mostrare ai giocatori aspetti positivi e negativi dell’evento stesso alla ripresa del lavoro.

    3. Analisi Avversari
    Analizzare un determinato numero di gare dei prossimi avversari è uno strumento fondamentale per poter preparare la settimana di lavoro che porta alla gara. Solitamente si sceglie un numero di gare tali da poter catalogare determinati aspetti del gioco come costanti di una squadra(si tende a valutare da 3 a 5 un numero equo di gare da analizzare).
    L’analisi generale dell’avversario viene fornita allo staff tecnico e in particolare all’allenatore in seconda che ha il compito di analizzarla e selezionare il materiale da fornire al tecnico. Quest ultimo effettuerà l’ultima selezione che sarà poi quella che darà vita al videoclip che verrà mostrato alla squadra con le caratteristiche della compagine che si andrà ad affrontare.
    Solitamente le clip che si presentano alla squadra non superano i 10-15 minuti per evitare di perdere la concentrazione negli interlocutori.

    4. Scouting
    Un altro elemento fondamentale è quello dello Scouting. La maggior parte dei software di videoanalisi sono creati anche per generare statistiche a fine evento; in questo modo abbiamo la possibilità di analizzare dei veri e propri dati tramite i tagli video degli stessi. Questo perché i dati sono utili ma vanno interpretati e contestualizzati all’interno della prestazione. Come per gli aspetti trattati in precedenza, l’attività di scouting viene effettuata su elementi del gioco che vengono considerati utili ai fini della prestazione generale e nello specifico ai fini dell’idea tecnico-tattica dell’allenatore.

    La Video Analisi  nel Futsal

    L’analisi di una partita di Futsal è molto complessa in quanto gli eventi cambiano rapidamente durante il gioco. Ma cosa viene analizzato precisamente in una gara?

    1. Fasi del gioco

    – Possesso

    – Non Possesso

    – Transizione

    Possesso:

    – Posizionale

    – Uscita dalla pressione (tutte quelle situazioni in cui ci si trova a dover uscire da una situazione di pressione avversaria con palla ferma. es rimessa dal fondo, rimessa da un fallo laterale molto vicino alla nostra area di rigore, punizione al limite della nostra area di rigore)

    Non Possesso:

    – Posizionale

    – Difesa in pressione (tutte le situazioni in cui proviamo a pressare l’avversario su palla

    ferma in zone prossime all’area di rigore avversaria)

    Transizioni:

    – Positive

    – Negative

    2. Situazioni

    Speciali

    – Portiere di movimento (5×4)

    – 4vs3

    3. Palle Inattive

    – Palle inattive (Calci d’angolo, falli laterali, punizioni)

    4. Scouting

    Gli elementi da analizzare ai fini dello Scouting sono scelti dall’allenatore rispetto a quello che ritiene opportuno evidenziare ai fini di una corretta valutazione della gara. Per esempio:

      • Tiri in porta (fuori dalla specchio, dentro lo specchio)
      • Palle perse
      • Palle recuperate
      • Efficacia transizioni
      • Efficacia tiri in porta
      • Reti (segnate e subite)
      • Efficienza palle inattive

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    Ad ogni modo possiamo concludere affermando che questa figura è fondamentale ai fini della preparazione alla competizione da parte di un gruppo sportivo.
    Quante più informazioni si hanno maggiore è la possibilità di ricerca una strategia adeguata all’evento e tanto più si ha la possibilità di poter soprattutto migliorare il proprio livello di prestazione sia collettivo che individuale.


  2. Il Pressing di Sarri (Chelsea)

    16 ottobre 2018 by Emiliano Adinolfi

    Analisi ed esempio del pressing ultraoffensivo del Chelsea di Maurizio Sarri.

    Esempio con sistema di gioco 433 del Chelsea vs 4231 dell’Inter di Spalletti

    Si evidenzia dalle immagini l’organizzazione dei tempi e delle distanze della pressione individuale e del pressing collettivo.

    I tre attaccanti stretti del Chelsea, che invitano portiere e difensori avversari, nel giocare palla esterna in un primo momento.

    Successivamente i Blues pressano, invitando la giocata interna nerazzurra, per poi obbligare una giocata filtrante forzata, in zona centrale.

    Questo porterà ad un recupero palla del Chelsea in zona mediana per ribaltare l’azione.


  3. Allenamento Movimenti difesa a 4

    26 maggio 2018 by Emiliano Adinolfi

    Mister Maurizio Sarri in questo breve video,mette in risalto la vicinanza e la compattezza del reparto difensivo.In particolar modo su palla libera,uno dei 4 difensori attacca la palla deciso,mentre gli altri 3 si muovono in copertura all’indietro.Al momento della respinta,il reparto si alza velocemente per guadagnare tempo e spazio nei confronti degli attaccanti avversari che transitano in quella zona chiave di campo.La posizione in campo laterale al reparto,di Mister Sarri evidenzia la scrupolosità maniacale delle posture corrette in movimento,orientantate verso la palla e la corretta esecuzione dello stile di corsa per salire o indietreggiare nella maniera più fluida ed efficace.

     


  4. Allenamento Movimenti difesa a 4

    by Emiliano Adinolfi

    Mister Eusebio Di Francesco durante il ritiro precampionato prova e allena la linea a 4.Con gli scivolamenti esterni in fascia dell’esterno basso,la divisioni degli spazi,la corretta postura nel guardare la palla.Inoltre si concentra con molta attenzione sul tempo e sul segnale vocale del reparto per identificare una palla libera o coperta,in riferimento al palleggio avversario.Anticipando quando opportuno,di pochissimi attimi,la postura dell’avversario nel momento in cui si prepara a calciare in verticale verso la propria porta.

    Fonte video grazie a club allenatori italiani

     


  5. Alla scoperta del match analyst

    29 dicembre 2016 by Emiliano Adinolfi

    L’arte di vincere una partita di calcio è molto più complessa di quanto non appaia. La storia recente di questo sport è anche una cronaca poco conosciuta di una serie notevole di progressi, di staff tecnici che si allargano progressivamente e di una miriade di strumenti innovativi di cui vengono dotati gli allenatori dei nostri giorni. Comprendere ciò che accade in una partita, analizzare situazioni tattiche e gesti tecnici, prendere contromisure in base all’atteggiamento dell’avversario. La battaglia per limitare la casualità continua e, da questo punto di vista, una delle figure più interessanti e innovative degli ultimi anni è quella del match analyst, una professionalità che, però, per sua stessa natura non conquisterà mai le vetrine e le prime pagine.

    Di loro si parla poco, forse mai. Eppure sono presenti in ogni staff tecnico che si rispetti. “Il match analyst è come il radiologo: ti dice quello che hai di rotto, ma non opera”. Si tratta di una figura in grado di unire conoscenze tecnologiche e calcistiche, un collaboratore dell’allenatore in prima deputato all’analisi dell’avversario di turno (quello che è definito team studio), di partite specifiche (match studio) ma anche dell’atteggiamento di giocatori singoli e delle sedute di allenamento. Attraverso l’utilizzo di software che permettono di studiare i video delle varie partite, devono rispondere alle esigenze del tecnico, supportandone il lavoro con relazioni che agevolano la preparazione dell’incontro successivo, il lavoro sul campo e l’atteggiamento tattico della squadra. In altre parole, la match analysis è l’analisi oggettiva (e non emotiva, come spesso è quella degli allenatori) e supportata da strumenti tecnologici di ciò che accade in campo. Una disciplina nata alla fine degli anni 50 in Inghilterra con Reep, il primo allenatore che iniziò a raccogliere video della prima divisione britannica per analizzare l’atteggiamento tattico delle squadre e cercare di stabilire se esistesse una relazione tra il numero di passaggi completati e quello dei gol prodotti. Un tipo di analisi proceduto di pari passo con lo sviluppo della statistica applicata al calcio e giunto ai nostri giorni anche attraverso il lavoro di Valeri Lobanovski, il primo a introdurre l’utilizzo dei computer, e Arrigo Sacchi, a cui si deve l’utilizzo costante e metodico dei video nella preparazione del match. Tutto il resto, lo hanno fatto l’esplosione delle pay-tv negli anni 90 e il progresso tecnologico che ha permesso ai tecnici di tutto il mondo di disporre nei propri pc (o iPad) di tutte le informazioni necessarie per affrontare al meglio le squadre avversarie.A metà degli anni 2000, allenatori di Serie A,hanno progressivamente aumentato il ventaglio delle richieste delle informazioni sulle squadre professionistiche. Il semplice video sull’avversario non bastava più, serviva un’analisi sempre più dettagliata delle caratteristiche tattiche e delle situazioni ricorrenti (le cosiddette costanti). Dalle VHS si è passati ai DVD e, infine, agli attuali file multimediali. E, parallelamente, è nata la necessità per ogni staff tecnico di dotarsi di una figura che, a tempo pieno, potesse occuparsi dell’analisi dei video prodotti a partire dalle registrazioni degli incontri fornite dalle pay-tv (ma anche da riprese aggiuntive introdotte nel corso degli anni). In Italia, il pioniere è stato Adriano Bacconi, inserito da Lippi nel gruppo che vinse il Mondiale 2006. Con l’avvento di Prandelli in Nazionale, invece, è Gagliardi a occuparsene per la Federcalcio. Un ruolo poco chiacchierato, eppure fondamentale. Il match analyst vive ormai integrato negli staff tecnici e nella settimana di lavoro della squadra. Durante l’incontro, osserva la partita dalla tribuna. Spesso in compagnia del tattico del club e da una visuale privilegiata rispetto a quella pessima del campo, motivo per cui anche i grandi allenatori – alle volte – capiscono ben poco di quanto è accaduto durante il match. Dopo il triplice fischio, inizia l’analisi dell’incontro appena concluso. Poi, deve aderire alle richieste del tecnico. C’è chi vuole una seduta video il martedì e il venerdì, chi una soltanto a settimana. Ma, in linea di massima, l’obbligo è sempre lo stesso. Analizzare l’avversario di turno in almeno cinque incontri, individuandone lo stile di gioco, i punti di forza e le debolezze in fase difensiva, offensiva e nelle situazioni di palla inattiva. Un lavoro di ore ed ore che si conclude in un video sintetico di 15-20 minuti, equamente divisi fra le due fasi di gioco, da sottoporre alla squadra (l’analisi per l’allenatore può invece essere meno stringata). Una complessità da gestire attentamente. Sia per le difficoltà tecniche di un lavoro che richiede competenze tecnologiche spesso sconosciute agli allenatori, sia per indubbie questioni diplomatiche che si possono creare in seno a uno staff.

    Le conoscenze tecnologiche necessarie e le tempistiche ridotte obbligano ogni allenatore a dotarsi di un match analyst. I tecnici dell’ultima generazione preferiscono averne uno di fiducia, mentre i club all’avanguardia decidono di dotarsi di uno staff di match analyst a tempo pieno e quindi totalmente indipendente dall’allenatore di turno. Un esempio? Alla Juventus Conte ha salutato due anni fa, ma la struttura di analisi guidata da Riccardo Scirea non è stata toccata e ha conferito una certa continuità alla gestione di Allegri. Detto questo, è indubbio che una delle qualità principali del match analyst debba essere quella di saper restare al proprio posto. “Passione, ordine, precisione e propositività ma nel rispetto dei ruoli – ricorda Gagliardi – sono le qualità dell’analista tattico”. Non bisogna mai dimenticare che le competenze decisionali spettano all’allenatore (chi comanda è lui) e che è necessario conquistarne la fiducia con pazienza e riservatezza. Un ruolo tanto in crescita quanto atipico in un calcio mediatico come quello odierno.Deve essere sempre a disposizione dell’allenatore e dei giocatori, che spesso inizia da questioni di analisi tattica e finisce per aiutare chi non trova la connessione wireless nel ritiro pre-partita. “Il match analyst è come un coltellino svizzero – ci ricorda Vincent Cavin, video analista della nazionale elvetica -. Deve essere pronto a tutto, conoscere ogni cosa ed essere sempre a disposizione”. Anche per questo, ormai, nessuno può più farne a meno.

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