1. Gioco di posizione Guardiola( Oscar Cano Moreno )

    23 giugno 2016 by Emiliano Adinolfi

    Oscar Cano, allenatore spagnolo e autore del libro “Il gioco di posizione del Barcellona”

    Oscar Cano Moreno è un uomo giovane, in fondo ha appena 43 anni, ma è un allenatore convinto. Un andaluso di Granada che si è fatto promotore sul campo (con Salamanca, Polideportivo Ejido, Betis B), e fuori, del cambiamento che ha attraversato il calcio spagnolo negli ultimi 10 anni. Uno studioso del metodo Guardiola, del cosiddetto “gioco di posizione” trasportato con successo dal Barcellona al Bayern Monaco, modello difficilmente riproducibile, ma idea a cui gli allenatori evoluti dovrebbero tendere.

    “Voi pensate che il Barça o il Bayern siano squadre che giocano a due tocchi o di prima, non è la verità. Se analizzate le statistiche sono le squadre che in Europa conducono più di tutte la palla. E’ il loro modo per aprire linee di passaggio e servire i compagni. La conduzione della palla attira gli avversari che vanno in pressing sul portatore e “dimenticano” i nostri compagni che con piccoli ma continui movimenti organizzati si smarcano e giocano in zone del campo libere”.

    “L’obiettivo è quello di creare disordine nella squadra che abbiamo di fronte cercando di trovare gli spazi liberi alle spalle delle linee di pressing avversarie. In questo modo si “eliminano” dal gioco gli avversari superati”.

    “I numeri 4-4-2, 4-3-3, 4-2-3-1, sono indicazioni standard e statiche che non rispondono alla realtà del campo, che è viva e in continua evoluzione. Non è detto che un centrocampista centrale non possa andare a ricevere in posizione di terzino destro, dipende dalle circostanze. E’ chiaro che a un dato movimento corrisponde un movimento armonico di un compagno che mette in ordine il sistema. Il giocatore deve abituarsi a pensare il gioco, non ad eseguire movimenti meccanici. E’ una prospettiva superiore rispetto all’ordine tattico a cui siamo abituati”.

    “I giocatori tendono sempre meno ad andare all’uno contro uno perché si considera il dribbling un’azione individuale che va a scapito della squadra. Bisogna rovesciare la prospettiva e considerare la componente collettiva che è nel dribbling: ovvero la possibilità che questa giocata mi dà liberando spazio e tempo per una giocata successiva”.

    Talvolta vediamo squadre super veloci che si affrontano con continue ripartenze, ma che corrono tanto, senza qualità. Molto spesso il restare fermi, rallentare può essere più efficace che muoversi tanto ma con scarsa cognizione. Non è importante quanto facciamo ma come lo facciamo”.

    In sintesi il problema del calcio, in generale, è che si tende ad ingabbiare i giocatori entro delle idee e delle convinzioni calcistiche troppo rigide. L’obiettivo di ciascun allenatore non sarà l’obbedienza incondizionata da parte del giocatore, nemmeno l’anarchia, ovvio, ma l’idea di avere una squadra formata da persone che pensino il gioco e trasformino i loro comportamenti in campo a seconda delle circostanze. Quanto più un allenatore diventerà non indispensabile, tanto più si sarà raggiunto l’obiettivo.

     

     


  2. FC Bayern Guardiola Top 5 – Rondo -

    23 giugno 2015 by Emiliano Adinolfi

     

    Questa proposta è molto popolare durante gli allenamenti di molte squadre,attraverso lo schema del “5 contro 2″ all’interno di un quadrato 10 metri per 10 metri, nel quale si fa girare la palla velocemente. Il Rondo(torello), che puó essere tradotto “Il maialino al centro”, è stato introdotto da Johan Cruijff per l’allenamento della prima squadra. Il grande Cruijff si è assicurato, una volta divenuto allenatore del Barcellona, che il metodo venisse usato non solo per la prima squadra ma anche nel settore giovanile e ne divenisse uno strumento di pratica importante.Successivamente tantissimi tecnici a partire da Guardiola utilizzano questa pratica come elemento chiave dell’allenamento.

    Obiettivi:

    -Possesso,Dominio della palla,Passaggio

    -Smarcamento

    -Intercetto